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Quelle contenute in questa pagina sono informazioni divulgative e non possono rappresentare diagnosi o indicazioni terapeutiche che possono essere effettuate solo dopo una visita.
F.A.Q.
Dobbiamo distinguere i diversi approcci terapeutici in base al livello di gravità delle emorroidi infiammate:
● Le forme più lievi si riducono da sole, mettendo in atto semplici accorgimenti di un cambio della dieta e con l’aumento dell’assunzione di liquidi e fibre, mentre in alcuni casi può essere prevista una terapia farmacologica ad azione locale.
● Laddove le emorroidi siano prolassate e i farmaci ad azione locale non riescano a risolvere la situazione, è possibile adottare tecniche non chirurgiche eseguibili a livello di ambulatorio.
● Quando le emorroidi sono prolassate costantemente si può intervenire solo chirurgicamente con un intervento di emorroidectomia o di emorroidopessi.
La principale causa della comparsa delle emorroidi durante la gestazione è la stitichezza, quindi ecco alcuni accorgimenti che possono aiutare a prevenire le emorroidi in gravidanza:
- Mantenere elevato e adeguato il livello di idratazione bevendo almeno 8-10 bicchieri di acqua al giorno.
- Non sollevare pesi.
- Seguire una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza e ammorbidire le feci. Ricordate che se si aumenta l’apporto di fibre bisogna anche bere molto di più per evitare che si possa aggravare la stitichezza stessa.
- Fare regolare esercizio fisico: già una semplice camminata di 20 minuti può aiutare a regolarizzare le funzioni intestinali.
- Evitare di stare sedute o in piedi per periodi di tempo prolungati, se possibile fare delle brevi pause ogni ora. Quando possibile cercare di sdraiarsi su un fianco per ridurre la pressione sulle vene della zona anale.
Se nel corso della gravidanza dovesse manifestarsi una sintomatologia inerente ad una problema proctologico, la visita specialistica si renderebbe necessaria e non procrastinabile.
Esistono numerosi metodi per risolvere alla radice il problema delle emorroidi esterne, ma il tipo di trattamento dipende soprattutto dallo stadio di gravità delle emorroidi
L’intervento chirurgico tradizionale è tra le possibili scelte, anche se oggi si tende a dare la precedenza a tecniche meno dolorose e invasive
Nel sospetto di trombosi venose occorre rivolgersi urgentemente allo specialista di riferimento, le trombosi superficiali e profonde sono molto differenti nell’evoluzione e complicanze.
L’esame per effettuare una diagnosi è l’ecocolordoppler preceduto da attenta valutazione clinica.
Le terapie successive alla diagnosi servono per risolvere la problematica ed evitare le complicanze quali: dolore, limitazione funzionale, sindrome post-flebitica, ulcere ed embolia polmonare
La gravidanza apporta delle modificazioni alla circolazione della donna, e ciò può rendere manifesta una malattia venosa rimasta, fino a quel momento, latente ma può anche aggravare i processi varicosi già in atto.
Il tono vascolare (elasticità delle pareti delle vene) diminuisce a causa dell’azione degli ormoni. Le vene, soprattutto quelle profonde, si gonfiano enormemente e nelle vene eccessivamente piene la velocità del sangue diminuisce. Questo può causare fastidi come:
- pesantezza,
- tensione della gamba,
- sensazione di “scossa elettrica”,
- formicolii e piedi gonfi.
Può inoltre costituire la base per l’origine di una trombosi venosa profonda alla fine della gravidanza o al momento del parto.
Si deve eseguire, dunque, un esame eco-color-Doppler degli arti inferiori ed una visita specialistica.
I capillari dilatati sono spesso il primo segno di malattia venosa cronica che, con il tempo, può anche progredire aggravando il quadro clinico. La familiarità è alla base di questo fenomeno e anche le vene apparentemente sane possono diventare varicose con gli anni. Contrariamente a quello che comunemente si pensa, le vene varicose non sono solo un problema estetico: se non vengono adeguatamente trattate possono causare seri problemi come infiammazioni, danni cutanei e trombosi.
Al fine di prevenire queste complicanze è consigliabile eseguire un controllo da un medico specialista, soprattutto se in famiglia è presente qualcuno che già soffre di malattia venosa cronica.
I trattamenti di contenzione/compressione degli arti sono una componente fondamentale della Malattia Venosa Cronica, dei linfedemi e della malattia tromboembolica. I mezzi proposti sono i bendaggi e le calze elastiche. Tuttavia per stabilire una prescrizione precisa ed adeguata è necessaria una conoscenza perfetta del loro potenziale terapeutico e una valutazione precisa dei bisogni del paziente che può essere fatta solo dallo specialista.
Le modificazioni della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi nel paziente diabetico possono causare ulcerazioni e problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede, a causa dei carichi che sopporta. Questo può rendere necessaria l’amputazione degli arti e statisticamente costituisce la prima causa di amputazione degli arti inferiori di origine non traumatica.
Per intervenire si deve innanzitutto cambiare stile di vita: abitudini alimentari, l’attività fisica e l’astensione dal fumo.
Le terapie per le ulcere sono un insieme di medicazioni ambulatoriali, interventi chirurgici e medicina rigenerativa. L’amputazione non è, dunque, l’esito necessario ma è una realtà nei pazienti che non sono seguiti da personale formato e non hanno una corretta aderenza terapeutica.
Ci sono studi e realtà che permettono di abbinare a scelte terapeutiche standard alcuni trattamenti con PRP, cellule PBMC, Medical Devices con attività biostimolante, microtrapianti che permettono un controllo migliore delle complicanze anche nei momenti più critici dell’evoluzione della patologia.
Ogni indicazione deve essere effettuata dallo specialista di riferimento con il supporto di un’equipe adeguatamente preparata.
La laser terapia è basata sul principio della stimolazione dei tessuti biologici operata dalla luce e agisce in profondità sui nervi, vasi linfatici, vene, fibre muscolari e tendinee. E’ bene chiarire che il miglioramento degli inestetismi rappresenta solo l’effetto finale e naturalmente più evidente di una più profonda e generale influenza benefica del raggio laser sui tessuti biologici.
L’effetto rigenerante e rivitalizzante, risulta particolarmente efficace nei trattamenti della cosiddetta “cellulite” e delle adiposità localizzate, ed anche nel rimodellamento corporeo, dimagrimento tramite un aumento del metabolismo, drenaggio, lipolisi, biostimolazione, tonificazione cellulare, riequilibrio del flusso linfatico e vascolare.
Ci sono delle controindicazioni nell’utilizzo degli strumenti Laser quindi è importante che l’indicazione sia data da un medico il quale sia in grado di controllore ed adeguare le indicazioni durante il percorso di cura.
Le opzioni chirurgiche sono numerose e devono essere valutate sulla base dello stato clinico e necessità del paziente.
L’approccio demolitivo è il più diffuso ma non l’unico, interventi di tipo conservativo sono effettuabili in uno stato precoce di malattia, e per questo è fondamentale recarsi rapidamente da uno specialista per mantenere aperte tutte le opzioni.
La necessità di sviluppare una approccio personalizzato ha portato a privilegiare la mininvasività nelle scelte terapeutiche.
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Non si può parlare di migliore tecnica ma solo di tecnica più adeguata al paziente ed al grado della patologia.
La chirurgia del retto nelle patologie funzionali e benigne obbliga un approccio conservativo e prima di tutto medico.
La chirurgia deve essere riservata ai casi più gravi.
Approccio ambulatoriale e day surgery sono attualmente i più avanzati.
Il ricovero e la chirurgia più invasiva sono riservati a casi selezionati.
Attualmente tutte le procedure chirurgiche che possono essere effettuate in regime di Day-surgery dovrebbero poter essere proposte in anestesia locale.
Questo può essere permesso solo se l’equipe è adeguatamente formata nella gestione di un percorso di questo tipo, con un adeguato studio pre-operatorio e controllo post-operatorio.
Per prevenire la formazioni di capillari sono utili integratori e creme con estratti titolati, tuttavia l’automedicazione può essere inutile o dannosa poiché qualsiasi prodotto con un’efficacia terapeutica comprovata non è esente da rischi e complicanze.
L’efficacia dei prodotti topici o fitoterapici sistemici aumenta se vengono inseriti in un percorso di cura e non come medicazione occasionale.
Esistono terapie mediche per le emorroidi, soprattutto se di I° e II°, tuttavia le creme sono unicamente sintomatiche.
La cura parte da una diagnosi di certezza e si articola tra terapie mediche, rimodulazione di abitudine di vita e gestione dei fattori di rischio modificabili.