Come avviene la visita proctologica

Come avviene la visita proctologica

Come avviene la visita proctologica

In caso di ragadi anali, fistole, formazioni anomale, diverticolite, sindrome da intestino irritabile, prolassi o emorroidi, lo specialista al quale rivolgersi come punto di riferimento è il proctologo. Ma come funziona la visita proctologica e in cosa consiste? Oggi voglio fare chiarezza su questo aspetto che spesso causa imbarazzo e suscita diverse domande, quindi vediamo come avviene la visita proctologica.

Come prepararsi alla vista proctologica

Al momento della prenotazione della visita e del primo contatto con il medico si verrà informati circa un’eventuale preparazione alla visita. In genere non è necessario seguire una regola ferrea, in casi specifici il medico potrà consigliare di fare una peretta un paio di ore prima dell’anoscopia.

Visita proctologica e digiuno

Cosa si deve mangiare il giorno prima e il giorno della visita? Non ci sono precise raccomandazioni, tuttavia è utile evitare alimenti che possano causare flatulenza come legumi, farinacei, succhi di frutta, frutta secca, cereali. Meglio prediligere un’alimentazione leggera e digeribile, con carne bianca, pane integrale, brodo.

Come funziona la visita proctologica

Innanzitutto il medico parlerà con il paziente per capire quale sia il disturbo, quando si è presentato, quali sono i sintomi. Durante il colloquio vi verranno poste alcune domande circa il vostro stile di vita, le abitudini alimentari e ricordate che ogni aspetto della vostra vita resterà privato: viene garantita la massima riservatezza.

Come avviene la visita proctologica vera e propria?

Consiste in diverse fasi:

  1. Esame visivo: il paziente viene fatto stendere sul lettino sul fianco sinistro e il medico esaminerà l’area anale per controllare se non vi siano anomalie o sporgenze o zone dolorose. In tal modo può essere già in grado di diagnosticare una fistola, una ragade o un’emorroide esterna. In questa fase il medico procede anche con una palpazione della zona perianale per verificarne morbidezza e possibile indurimento, nonché per capire se non vi siano delle ragadi che impedirebbero un’esplorazione rettale.
  2. Esame digitale: in questa fase il medico infilerà un dito nel retto per valutare il tono dello sfintere anale, quindi del muscolo, e verificherà l’eventuale presenza di grumi o masse.
  3. Anoscopia: a questo punto il medico può inserire nel retto un piccolo anoscopio che serve a visualizzare l’area anale interna alla ricerca di emorroidi o altre problematiche non visibili con l’esame visivo.
  4. Rettoscopia: permette di indagare ancora più a fondo e di completare l’esplorazione del canale anale e del basso retto.

Dopo la visita proctologica lo specialista avrà un’idea abbastanza chiara di quale sia il problema e di quale sia il trattamento più adatto per intervenire.

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Fonti

Siccr