Come curare il piede diabetico
Le ulcere del piede sono una complicanza comune del diabete soprattutto quando non viene tenuto sotto controllo. Tutte le persone diabetiche sono a rischio di sviluppare ulcere al piede e per questo gli esperti raccomandano ai diabetici non solo di gestire in modo corretto la malattia, ma anche di controllare regolarmente lo stato di salute degli arti inferiori per individuare tempestivamente eventuali lesioni. In questo articolo ho spiegato perché le ulcere del piede diabetico non guariscono, oggi voglio ribadire quanto sia importante riconoscere le ulcere sin dai primi segni e come curare il piede diabetico con rimedi poco invasivi fino alle procedure più innovative.
Piede diabetico nella fase iniziale
Uno dei primi segni di un’ulcera del piede diabetico è la fuoruscita di liquido e siero o anche sangue che macchia scarpe e calze, inoltre sono comuni sintomi come:
- gonfiore insolito,
- irritazione,
- arrossamento.
Il segno più visibile di un’ulcera grave del piede è il tessuto nero che circonda la lesione e quando si arriva a questo stadio si verificano anche secrezioni, dolore, intorpidimento.
E’ importante parlare con il proprio medico sin da quando si notano i segni dell’inizio del problema:
- scolorimento della pelle;
- dolore intorno ad un’area che appare callosa o irritata.
La circolazione sanguigna al piede
In presenza di un problema circolatorio e di una malattia vascolare il sangue non scorre in modo efficiente in questa area e ciò rende più difficoltosa la guarigione delle ulcere, con conseguente aumento del rischio di infezioni (se trascurato il piede diabetico può portare anche all’amputazione dell’arto).
Come curare le ulcere del piede diabetico
Innanzitutto il medico può raccomandare alcuni accorgimenti nella vita quotidiana come:
- stare in piedi per prevenire dolore e ulcere, per favorire lo scarico;
- indossare scarpe specifiche per piede diabetico e solette ortopediche per le scarpe.
Il medico, inoltre, può intervenire sulle ulcere del piede diabetico con un debridement, cioè la rimozione di pelle morta, corpi estranei o infezioni che potrebbero aver causato l’ulcera.
Il debridment con laser nelle ulcere nel piede diabetico
Il laser può essere utilizzato in un’ampia varietà di applicazioni cliniche comprese quelle relative al piede diabetico e alle ulcere. Il laser permette di fare un debridment, cioè una rimozione di tessuto non vitale accelerando la guarigione, in assenza di emorragia e cicatrici, in tempi praticamente assenti di immobilità e con dolore scarso o inesistente.
Come prevenire le infezioni del piede diabetico
Un’infezione è una grave complicazione delle ulcere del piede diabetico e richiede un trattamento immediato. E’ importante esaminare la tipologia di infezione per valutare quale sia l’antibiotico più indicato e potenzialmente efficace.
L’infezione di un’ulcera del piede può essere prevenuta seguendo alcuni accorgimenti come:
- fare dei pediluvi
- disinfettare la pelle attorno all’ulcera
- mantenere l’ulcera asciutta con frequenti cambi della medicazione
- trattamenti enzimatici
- medicazioni contenenti alginati di calcio per inibire la crescita batterica.
Medicazione del piede diabetico
Sono disponibili molti trattamenti topici per le ulcere del piede, tra cui:
- medicazioni e creme contenenti sulfadiazina argentica
- gel o medicazioni con poliesametilene biguanide (PHMB)
- iodio
Procedure chirurgiche
Un chirurgo può alleviare la pressione intorno all’ulcera intervenendo sull’osso o rimuovendo le deformità del piede. Se nessun’altra opzione di trattamento può risolvere il problema la chirurgia potrebbe impedire all’ulcera di peggiorare e ridurre il rischio di amputazione.
Le nuove terapie con cellule staminali
Diversi studi hanno dimostrato le straordinarie prospettive offerte dalla medicina rigenerativa. Le nuove tecniche con cellule staminali, infatti, hanno dimostrato che un’iniezione di cellule staminali favorisce la crescita di nuovi vasi sanguigni, migliorando la circolazione nei tessuti interessati e la funzione negli arti colpiti.
In particolare io propongo, con risultati apprezzabili, la terapia con le cellule polimorfonucleate (PBMNC) che può avere un effetto molto interessante nei pazienti non rivascolarizzabili con ischemia critica degli arti inferiori, ma può essere anche un efficace adiuvante per il processo di rivascolarizzazione.
Riferimenti bibliografici
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze, specializzato in Chirurgia Vascolare presso l’Università degli Studi di Siena con Surgical Fellowship presso il St. George’s Hospital di Londra. Specializzato in: Chirurgia Vascolare, Proctologia, Management Sanitario, Laser chirurgia.