Legame tra vene varicose e disturbi cardiaci: un nuovo studio

Legame tra vene varicose e disturbi cardiaci

Legame tra vene varicose e disturbi cardiaci

Le vene varicose, violacee e gonfie, sono indice di una cattiva circolazione, una patologia caratterizzata da un alterato ritorno del sangue dalla periferia al cuore. Quando questa condizione non viene trattata adeguatamente, diventa cronica e tendente al peggioramento. La fisionomia delle gambe cambia completamente, le vene gonfie e pulsanti diventano un intrecciato reticolo particolarmente visibile sotto la pelle. Attenzione, però, non si tratta di un problema estetico, l’insufficienza venosa può avere gravi conseguenze per la salute perché non solo è causa di gonfiore, dolore, crampi, pesantezza alle gambe e, nei casi più gravi, di ulcere e trombosi venosa, ma all’aumentare della gravità della malattia venosa cronica viene associato anche un aumento del rischio cardiovascolare. Secondo uno studio, quindi, esisterebbe un legame tra vene varicose e disturbi cardiaci.

I risultati di uno studio

Secondo quanto risulta dallo studio Gutenberg pubblicato sull’European Heart Journal, l’osservazione delle vene delle gambe può diventare un vero e proprio campanello d’allarme perché indica che è in atto un processo infiammatorio cronico, stesso processo infiammatorio che si riscontra anche nella patologia aterosclerotica, che è alla base dell’infarto e dell’ictus. Quindi se in passato si tendeva a distinguere tra malattia venosa e malattia arteriosa adesso la correlazione sembra certa.

È importante notare che soffrire di una malattia venosa non significa necessariamente che si svilupperanno problemi cardiaci e viceversa, in ogni caso le due patologie condividono alcuni fattori di rischio, come l’età, l’obesità, il diabete, il fumo e uno stile di vita sedentario.

I trattamenti per le vene varicose

La circolazione sanguigna dagli arti inferiori al cuore deve avere un flusso unidirezionale assicurato dalle valvole venose, quando il funzionamento delle valvole non è ottimale, il sangue si accumula nelle vene causandone la dilatazione e complicanze di varia natura dall’edema, alla pigmentazione della pelle, fino alla comparsa di ulcere.

Minimamente invasivi sono il trattamento laser endovenoso e l’ablazione a radiofrequenza che utilizzano il calore per sigillare le vene danneggiate. Altre opzioni sono la scleroterapia, nella quale si inietta nelle vene una soluzione per chiuderle, e la flebectomia ambulatoriale, una procedura nella quale la vena danneggiata viene rimossa attraverso piccole incisioni.

Riferimenti bibliografici

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