Mucopessia emorroidaria
Nel ventaglio delle procedure attualmente in uso per trattare chirurgicamente le emorroidi trovano sempre più spazio tecniche meno invasive e che comportano meno dolore. La necessità sempre più stringente di procedure minimamente invasive ha portato all’adozione del metodo MuRAL (mucopexy-recto anal lifting) che ha dato riscontri molto favorevoli. Che cosa è la mucopessia emorroidaria e quali sono i risultati nei pazienti sottoposti a questa procedura?
Mucopessia, significato
Recentemente sono state sviluppate diverse procedure chirurgiche poco e minimamente invasive per il trattamento delle emorroidi senza alcuna escissione. Circa 25 anni fa, è stata proposta una procedura non escissionale che prevedeva la legatura guidata da doppler delle arterie emorroidali, denominata “dearterializzazione emorroidaria”. La tecnica originale è stata modificata nel corso degli anni e le indicazioni sono state ampliate, in particolare, è stata introdotta una plicatura della mucosa/sottomucosa del retto ridondante e prolasso (denominata mucopessia) per trattare il prolasso emorroidario senza escissione delle emorroidi.
Come funziona
Il metodo MuRAL prevede la sutura e il sollevamento continui del tessuto emorroidario interno contenente le arterie emorroidali mediante HPS (Angiologica BM). Con questa procedura, le emorroidi prolassate e la mucosa rettale vengono sollevate fissate con fili di seta, senza nessun taglio chirurgico. Si utilizza l’HemorPex System®Plus, un anoscopio chirurgico rotante che consente di procedere alla mucopessia o al lifting retto-anale in modo relativamente indolore.
L’effetto lifting si può ottenere solo se i punti interessano mucosa e sottomucosa, per cui la risoluzione del prolasso è affidata alla successiva fibrosi. Il filo intrecciato di Acido Poliglicolico 0/0 ad assorbimento lento viene utilizzato con lo scopo di promuovere una reazione infiammatoria che porta in ultima analisi alla formazione di fibrosi significative lungo le colonne mucopessiche.
Cosa non fare se si soffre di emorroidi
Risultati e controindicazioni
I rischi di emorragia e dolore associati al metodo MuRAL sono bassi perché la procedura non prevede incisione o escissione. Il rischio di recidiva è basso rispetto a quella di altre modalità chirurgiche per il trattamento delle emorroidi.
Dopo l’intervento, i pazienti sono stati ricoverati in ospedale per 2-5 giorni per verificare la presenza di dolore, emorragia e defecazione. Durante il periodo di assistenza ambulatoriale, sono stati seguiti bisettimanale per esaminare se la sutura fosse assorbita, se si fosse verificata una contrazione cicatriziale, se fosse stata ripristinata la normale defecazione.
Poiché MuRAL non prevede né incisione né escissione, nessuno dei pazienti ha manifestato sanguinamento incontrollato e il sanguinamento intraoperatorio è stato minimo.
I pazienti hanno lamentato dolore al massimo entro 2 giorni dall’intervento e nella maggior parte dei casi è stato osservato un miglioramento con la somministrazione di analgesici lo stesso giorno dell’intervento.
Rispetto alle altre procedure chirurgiche, MuRAL ha richiesto periodi di somministrazione di analgesici più brevi. Pertanto, il metodo MuRAL è vantaggioso dal punto di vista della gestione del dolore postoperatorio.
Sembra quindi certo che il metodo MuRAL può alleviare il dolore e l’emorragia postoperatori e ridurre gli oneri sociali come il ricovero a lungo termine.
Riferimenti bibliografici
- The Management of Hemorrhoidal Disease by Dearterialization and Mucopexy
- Evaluation of Mucopexy-Recto Anal Lifting (MuRAL): A New Method for Treating Hemorrhoids
Foto di Gustavo Fring da Pexels
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze, specializzato in Chirurgia Vascolare presso l’Università degli Studi di Siena con Surgical Fellowship presso il St. George’s Hospital di Londra. Specializzato in: Chirurgia Vascolare, Proctologia, Management Sanitario, Laser chirurgia.