Panniculopatia cause e rimedi
Definiamo comunemente cellulite quella che in realtà è una patologia del tessuto sottocutaneo caratterizzato dall’accumulo di liquidi negli spazi interstiziali che provoca una compressione del microcircolo ed alterazione anatomo-fisiologica dei capillari. Il termine giusto per definire questa condizione è Panniculopatia-Edemato-Fibro-Sclerotica o PEFS e non rappresenta, quindi, solo un comune disturbo di natura estetica, ma una condizione patologica che può essere trattata con opportuni trattamenti e procedure vascolari.
Le cause della Panniculopatia
Le cause della formazione della PEFS sono numerose e spesso questa condizione è il frutto di una serie di fattori che interagiscono fra loro come:
- alterazione del microcircolo;
- caratteristiche anatomiche del tessuto sottocutaneo che predispongono all’accumulo di liquidi;
- ereditarietà;
- alterazioni ormonali;
- stile di vita.
Gli stadi della Panniculopatia
La PEFS viene classifica n 4 stadi:
- Stadio 1: ritenzione idrica. il sintomo principale è quello di un senso di pesantezza agli arti inferiori. E’ presente l’edema provocato dall’accumulo di liquidi e di tessuto adiposo.
- Stadio 2: in questa fase si presenta la classica pelle a buccia d’arancia. Le cellule adipose non vengono ossigenate a sufficienza e accumulano scorie. Intorno ad esse si formano delle fibrosi reattive che avvolgono le cellule e strozzano i vasi.
- Stadio 3: alla buccia d’arancia si aggiunge dolore quando si preme sulla cute. Si va incontro ad una fibrosclerosi: l’ossigenazione e gli scambi metabolici a livello delle cellule e dei tessuti sono estremamente ridotti e il microcircolo compromesso.
- Stadio 4: la pelle si presenta “a materasso” e si formano dei noduli dolenti.
Come prevenire la Panniculopatia
Difficile prevenire del tutto questa condizione che, come abbiamo visto, ha una causa multifattoriale. Tuttavia modificare alimentazione e stile di vita può essere di aiuto, soprattutto se associato all’utilizzo di creme e trattamenti specifici.
- Evitare alcolici, caffè
- bere almeno due litri di acqua al giorno
- evitare di indossare indumenti attillati che ostacolano il microcircolo
- evitare la stipsi cronica
- assumere adeguate quantità di potassio, che svolge un’azione drenante
- seguire un’alimentazione di tipo mediterraneo prediligendo proteine nobili, carboidrati integrali, frutta, verdura, legumi
- fare regolarmente attività fisica in modo da contrastare l’accumulo di grassi e migliorare la circolazione.
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Creme: funzionano?
Le creme possono essere di aiuto soprattutto dal punto di vista estetico per le panniculopatie allo stadio iniziale. In genere contengono sostanze come:
- capsaicina: ad effetto caldo
- mentolo: ad effetto freddo.
In entrambi i casi si agisce sul tono della muscolatura dei capillari migliorando il microcircolo, inducendo vasocostrizione o vasodilatazione.
- caffeina, tè verde e guaranà: sono attivatori del metabolismo dei lipidi negli adipociti.
Queste creme vanno applicate con un corretto massaggio linfodrenante e solo dopo aver chiesto parere al medico perché un uso scorretto può dar luogo ad irritazioni, reazioni localizzate, squilibri delle attività metaboliche, cardiache e del sonno.
Trattamenti contro la panniculopatia
Prima di capire quale sia il trattamento più adatto, è necessario fare una corretta diagnosi della PEFS (può essere utile a questo scopo una capillaroscopia o una termografia) per distinguerla dai fisiologici accumuli di adipe localizzato che sono perlopiù un problema estetico.
Alcuni tra i più noti ed utilizzati trattamenti contro la Panniculopatia sono:
- Mesoterapia: iniezioni multiple intradermiche di farmaci ad azione lipolitica o vasoattiva
- Carbossiterapia: infiltrazione sottocutanea di anidride carbonica. Agisce sul microcircolo aumentando l’efficienza del flusso arterioso e migliorando il drenaggio veno-linfatico
- Ozonoterapia: viene utilizzato l’ozono per migliorare l’ossigenazione del microcircolo
- Cavitazione ultrasonica medica: ad effetto lipolitico grazie alla propagazione di onde di espansione e onde di compressione
- Fosfatidilcolina e acido desossicolico: vengono iniettati nel tessuto adiposo per un’azione antilipidica
- Laser lipolisi: viene introdotta una sottile fibra ottica per garantire l’effetto termico del laser in zone mirate
- Radiofrequenza medica: utilizza il calore per ottenere un effetto termolitico.
Riferimenti bibliografici
Foto di cottonbro da Pexels
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Firenze, specializzato in Chirurgia Vascolare presso l’Università degli Studi di Siena con Surgical Fellowship presso il St. George’s Hospital di Londra. Specializzato in: Chirurgia Vascolare, Proctologia, Management Sanitario, Laser chirurgia.