Vene varicose, come curarle

Vene varicose, come curarle

Vene varicose, come curarle

Le vene varicose (o varici) sono una delle condizioni più comuni associate alla malattia venosa delle gambe. Si presentano come vene gonfie e interessano soprattutto gli arti inferiori. Colpiscono principalmente le donne e sono considerate un difetto estetico da molti pazienti, ma in realtà sono uno dei sintomi più visibili di una malattia venosa, come un’insufficienza venosa, e pertanto non vanno mai ignorate, anche perché provocano sintomi fastidiosi come caviglie gonfie, freddo, gonfiore alle gambe, pesantezza, dolore. Vediamo, quindi, cosa sono le vene varicose e come curarle.

Le cause

Stare molto tempo seduti o in piedi per lunghi periodi, può essere una causa dell’accumulo di sangue nelle vene che, aumentando la pressione all’interno, indebolisce le pareti e danneggia le valvole. Sicuramente alcune persone hanno una predisposizione familiare alle varici e in genere sono le donne a soffrirne maggiormente. Alcuni fattori però, come il sovrappeso, l’età avanzata, la gravidanza, il fumo, l’uso di contraccettivi orali o la sostituzione ormonale, possono giocare un ruolo importante.

Le situazioni più gravi possono degenerare e dare luogo a una trombosi venosa profonda (TVP), ossia una condizione con coaguli di sangue nelle vene profonde che richiede cure mediche immediate. I sintomi in questo caso comprendono dolore, gonfiore e arrossamento delle gambe.

Indispensabile il trattamento medico, che andrà valutato in base all’età, ai sintomi, allo stato generale di salute. Se si ha una predisposizione in famiglia è opportuno adottare semplici accorgimenti a titolo di prevenzione, mantenere un peso equilibrato, fare esercizio fisico regolare, non incrociare le gambe quando si sta seduti e possibilmente tenere i piedi su un poggiapiedi, e infine non indossare abiti attillati.

Come eliminare le vene varicose con il trattamento più adatto

Rimedi per le varici

Al giorno d’oggi vale la pena rivolgersi ad uno specialista per valutare le varie opzioni terapeutiche che, in molti casi, sono mini invasive e poco dolorose, comportando anche tempi di recupero ridotti. Lo stripping, ad esempio, viene utilizzato sempre più raramente a vantaggio di tecniche meno invasive, come il laser e la scleroterapia.

In particolare:

  • Scleroterapia è il trattamento più comune, viene iniettata nelle vene varicose una soluzione salina o chimica che le rende inattiva
  • Procedure conservative: la strategia conservativa mira a preservare i tronchi safenici. Parliamo, ad esempio, del CHIVA (il trattamento chirurgico conservativo emodinamico) che garantisce ottimi risultati e un minore rischio di recidiva
  • Chirurgia ablativa: il Laser (EVLT), la termoablazione con radiofrequenza (RFA), la flebectomia ambulatoriale, la T.R.A.P (fleboterapia rigenerativa angiovenosa profonda) e l’occlusione della safena e delle vene varicose mediante colla sono tutte procedure inserite nel novero della chirurgia endovascolare delle varici
  • Stripping: quest’intervento richiede l’anestesia locale o generale e necessita di una sala operatoria. Le vene varicose infatti vengono rimosse dalla gamba. Si tratta naturalmente di vene superficiali, la maggior parte del sangue viene trasportato dalle vene più profonde.

Bibliografia e fonti